di Aleksandra Raffaelli
Da Norcia a Roma corre il terrore. Una paura che unisce l’Italia più preziosa, quella dei monumenti, delle testimonianze, della memoria.
Se il primo pensiero, come è naturale, va alle popolazioni colpite dal sisma (e anche in questo frangente si spera possa essere un’opera di ricostruzione con tempi rapidi e salvaguardando l’identità di centri piccoli e medi) è inutile nascondersi che, subito dopo, la nostra attenzione si sposta su quei monumenti, religiosi e non, che sembrano essere, dopo l’ultima violentissima scossa, rimasti in sospeso sull’orlo di un precipizio. Basti pensare alla facciata della basilica di San Benedetto a Norcia, che sembra oramai uno di quei fondali di Cinecittà dove si aggirava Fellini. Partiamo proprio dalla cittadina umbra per questa ricognizione dei beni artistici e monumentali che rischiamo di perdere. Una panoramica che, purtroppo, rischia di dover essere aggiornata ora dopo ora, giorno dopo giorno.
Norcia – Fatale l’ultima scossa per la basilica di San Benedetto da Norcia, crollati il campanile e poi il tetto. Ricostruita in precedenza ben tre volte, è rimasta in piedi la solo parte più preziosa del monumento, la facciata trecentesca, costruita dove si levava la casa del santo e fondatore dell’ordine dei Benedettini. Il resoconto dell’arcivescovo di Spoleto e Norcia, monsignor Renato Boccardo, parla chiaro: “La cattedrale di Santa Maria è crollata per tre quarti, la chiesa della Madonna Addolorata, santuario molto caro ai fedeli di mezzo mondo, è andato completamente distrutto, così come la chiesa di Santa Rita“. Ancora nella cittadina umbra sono franati ampi tratti delle mura medioevali. Le segnalazioni si susseguono freneticamente, quasi impossibile tenere aggiornata la drammatica contabilità.
Roma – Pesantemente danneggiato non solo il patrimonio artistico dei paesi colpiti dal terremoto, quell’Italia minore che ogni anno affascina milioni di turisti di tutto il mondo, ma anche diverse chiese e palazzi della Capitale. A Roma la scossa ha provocato danni alla cupola della Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, considerata uno dei capolavori assoluti del Borromini. Dopo un approfondito sopralluogo, infatti, la Soprintendenza ha deciso di chiudere quello che viene considerato una delle più importanti testimonianze dell’arte barocca. La stessa fine è toccata alla basilica di San Paolo, dove la polizia municipale ha riscontrato diverse crepe e il distacco di uno dei supporti che sorregge uno degli imponente candelabri. Chiusura fortunatamente di breve durata. Diverse le segnalazioni giunte nella Capitale, in corso vari accertamenti su quel patrimonio archeologico e artistico che costituisce il nerbo della nostra identità nazionale, dai Fori imperiali, al Colosseo, dal Quirinale al Ponte Mazzini (rapidamente sottoposti ad accertamenti), alla Chiesa di San Lorenzo, dove è stato lanciato l’allarme per crepe e crolli dalle navate.